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Cosa vogliamo fare del Reddito di Cittadinanza?
Vogliamo proteggere i più fragili.

Dicono che Fratelli d’Italia vuole colpire i poveri e i bisognosi perché siamo contro il reddito di cittadinanza. Lo dicono ricchi individui in abiti costosi, professoroni che non sono mai usciti dai quartieri bene delle grandi città, artisti plurimilionari sui loro jet privati. Lo dicono a me e a noi di Fratelli d’Italia, che qualcosa sulla povertà, sulle periferie, sulla durezza della vita lo abbiamo imparato sulla nostra pelle, non nelle dissertazioni dei salotti bene o guardando qualche bel documentario, tipo “ecco come vivono i poveri, ce lo spiega il nostro esperto dalla sua villa di Capalbio”.

Sappiamo cosa sia la povertà e per questo vogliamo combatterla. Sappiamo cosa sia la povertà e per questo diciamo che il Reddito di cittadinanza è una misura sbagliata e ingiusta perché mette sullo stesso piano chi può lavorare da chi non può farlo, chi ha bisogno di assistenza da chi ha bisogno di un posto di lavoro. E Sì, pensiamo che i 9 miliardi di euro di risorse pubbliche ogni anno destinate al Reddito di Cittadinanza possano essere spese molto meglio, anche tralasciando gli scandali, le truffe, i mancati controlli che hanno caratterizzato la misura in questi anni.  

Cosa vogliamo fare? Proteggere i più fragili. A loro manterremo l’attuale sistema di tutela del Reddito di cittadinanza e proveremo anche ad aumentarlo. Di chi sto parlando?

Dei pensionati in difficoltà, degli over 60 privi di reddito, degli invalidi, e anche delle famiglie in difficoltà con figli minori a carico. Anziani, invalidi, bambini, da parte nostra avranno ogni sostegno, come abbiamo sempre fatto in passato.

Per chi cambieranno le cose? Per chi ha tra i 18 e i 59 anni ed è in grado di lavorare. Secondo i dati del Comitato scientifico di valutazione del PNRR del Ministro del Lavoro sono circa il 50% dei percettori del Reddito di cittadinanza e praticamente nessuno di loro ha trovato lavoro grazie ai mitologici Navigator voluti dal Movimento 5 Stelle. Sì queste persone con noi perderanno il Reddito di cittadinanza e saranno aiutate veramente nel trovare un lavoro. Perché chi conosce la povertà sa che l’unico modo per superarla è sconfiggere le cause di quella povertà.

Chi è in grado di lavorare deve essere formato per poter rispondere alle richieste di lavoro delle imprese. Abbiamo ingenti risorse del Fondo sociale europeo per fare proprio questo, 28 miliardi di euro per il periodo 2021-2027, oltre a circa 8 miliardi di residui della programmazione precedente. Nel nostro modello chi si rivolge a un centro per l’impiego o a una agenzia del lavoro sarà immediatamente indirizzato a un corso di formazione con forti prospettive di rapida assunzione. In casi di particolare disagio con quegli stessi fondi europei è possibile prevedere un sostentamento economico durante il periodo di formazione. Questo accompagnato da reali misure di sostegno alle aziende che assumono, dal taglio del cuneo fiscale a una tassazione di vantaggio con la formula del più assumi meno paghi.  

Questa è la differenza tra noi, che vogliamo liberare uomini e donne dal dramma della povertà dando loro una prospettiva di lavoro e benessere, e quelle forze politiche che vogliono tenere gli italiani sotto il ricatto dell’assistenzialismo di Stato.

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