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Cultura e bellezza, il nostro Rinascimento

L’Italia è conosciuta e apprezzata nel mondo come la Nazione dell’arte e della cultura, come Patria del bello. È nostro dovere proteggere e valorizzare l’immenso patrimonio di cui siamo eredi. Dare sostegno e tutela alla cultura italiana, ai nostri artisti, ai nostri creatori d’immaginario significa proiettare nel  futuro il nuovo Rinascimento italiano.

Promozione della cultura italiana attraverso la valorizzazione dei beni culturali, artistici, storici, archeologici, etnoantropologici, archivistici e bibliografici. Tutela dei professionisti del settore culturale e delle realtà private che si occupano della gestione di beni pubblici o privati. Introduzione della detrazione fiscale dei consumi culturali individuali. Innovazione digitale per i beni culturali, così da renderli pienamente fruibili anche attraverso social e piattaforme multimediali. Valorizzazione e ampliamento del patrimonio Unesco anche come veicolo di promozione turistica. Sussidiarietà e nuovo rapporto pubblico-privato soprattutto per permettere l’apertura dei beni culturali oggi chiusi al pubblico. Riforma del Fondo unico per lo spettacolo (Fus) e semplificazione della burocrazia relativa ai finanziamenti pubblici. Tutela dell’industria audiovisiva italiana e progetti di sviluppo per quella creativa digitale. Rilancio dell’ecosistema artistico italiano anche attraverso l’organizzazione di festival all’estero. Riqualificazione di periferie e borghi anche attraverso la street art e la valorizzazione dell’immenso patrimonio conservato in depositi e musei e attualmente non fruibile. Nuova centralità per l’industria della musica e il mondo dello spettacolo, del teatro e della danza. Tutela delle dimore storiche. Creazione di un nuovo immaginario italiano anche promuovendo, in particolare nelle scuole, la storia dei grandi d’Italia e le rievocazioni storiche. Valorizzazione del Giubileo 2025 e di Roma Capitale della Cristianità. Contrasto a cancel culture e iconoclastia che minacciano i simboli della nostra identità. Promozione dei piccoli Comuni e dell’Italia profonda ricca di eccellenze. Reintroduzione del 2 per mille per gli enti  del Terzo settore che si occupano di cultura.

FOCUS

I piccoli comuni italiani vivono un progressivo spopolamento causato dalla mancanza di servizi e opportunità. Lo svuotarsi dei paesi non è solo uno spreco e un peccato, amplificato dal conseguente sovraffollamento cittadino, ma rappresenta la scomparsa di tradizioni e peculiarità  che sono parte integrante della nostra cultura e del nostro Made in Italy. Per la salvaguardia delle aree montane e dei territori soggetti allo spopolamento, abbiamo immaginato una serie di iniziative volte ad innescare un vero e proprio controesodo. Tra queste, troviamo:

 

  • l’istituzione di Zone Franche Montane (ZFM) in corrispondenza dei piccoli Comuni situati nelle aree interne, montane e rurali, con un regime burocratico semplificato per l’apertura e lo svolgimento di attività economiche e per l’accesso ai servizi della PA; sgravi fiscali sul costo del lavoro per incoraggiare l’insediamento di nuove attività economiche e la sopravvivenza di quelle esistenti; potenziamento delle infrastrutture di rete a banda ultralarga per poter garantire elevati tassi di connettività ad internet ed ovviare al divario digitale esistente; deroghe ai principi assunzionali per i piccoli Comuni affinché dispongano delle risorse umane necessarie a garantire l’erogazione dei servizi alla cittadinanza

 

  • misure di incentivo e semplificazione per la ricomposizione fondiaria con un tetto massimo ai costi sostenuti da un cittadino nelle attività di compravendita necessarie per la ricostruzione di un intero fondo: al momento, data la frammentazione delle particelle catastali, i passaggi sono così numerosi che il costo complessivo delle pratiche legate alle compravendite per l’acquisto delle stesse supera il costo degli acquisti medesimi

 

  • lo sviluppo di un sistema di incentivi, sgravi e contributi che permetta non solo l’avvio di nuove attività economiche, ma anche l’insediamento di nuove famiglie, asili nido e attività finalizzate all’educazione e crescita dei figli fino alla maggiore età, in modo sostenibile ed alternativo rispetto ai grandi centri urbani

 

  • il potenziamento degli incentivi edilizi per il rilancio degli immobili nelle aree montane

 

  • misure di agevolazione e premialità per gli insegnanti che prestano servizio nelle aree montane, con il riconoscimento di incentivi per l’acquisto di un immobile a fini residenziali e maggiore flessibilità per la costituzione di classi ed istituti scolastici nelle aree montane

 

  • incentivi per medici ed operatori socio sanitari che prestano la propria attività lavorativa nei Comuni montani, come il credito d’imposta a favore di chi, per fini di servizio, prenda in locazione o acquisti un immobile ad uso abitativo nei centri destinatari di tale agevolazione; il sostegno allo sviluppo della telemedicina; l’incentivo alle attività di tirocinio medico in queste aree

 

  • l’aumento della retribuzione degli operatori socio sanitari attivi nelle aree montane; agevolazioni per gli alloggi e valenza di 12 mesi come 18 ai fini degli avanzamenti di carriera e previdenziali

 

  • incentivi per imprenditori agricoli e forestali che esercitano la propria attività nei Comuni montani e che investono per la crescita del territorio e la tutela della biodiversità

 

  • incentivi per la nascita di imprese giovani, startup e per la permanenza dei cittadini nelle aree montane

Il rilancio delle aree montane e rurali passa anche dalla loro connessione con il resto del Paese, per questo sarà fondamentale:

 

  • predisporre una nuova linea di incentivi per l’infrastrutturazione di una rete a banda ultralarga e di spettro televisivo, tale da garantire perfetta continuità e elevate qualità di accesso ed utilizzo di internet, telefonia e servizi televisivi

 

  • sviluppare le infrastrutture della rete 5G nelle aree montane e mettere in campo iniziative per creare “vallate intelligenti” (o interconnesse) proprio in corrispondenza di queste aree

 

  • incentivare le imprese a ricorrere a pratiche di lavoro da remoto (come telelavoro e lavoro agile), finalizzate ad incrementare la quota di residenti stabili. Le misure di sostegno potranno essere erogate sotto forma di crediti d’imposta destinati alle aziende per l’acquisto delle strumentazioni necessarie, o di sgravi contributivi per le stesse imprese. Sarà importante anche sostenere i Comuni nella costruzione di spazi di coworking anche tramite il recupero di immobili abbandonati o tramite attività di rilancio e riqualificazione dei centri storici.

 

Per ripopolare le aree montane e rurali è necessario un maggiore decentramento amministrativo, economico e fiscale.

Le risorse devono essere assegnate in modo da tenere conto delle spese sostenute dai piccoli Comuni per le operazioni di manutenzione ordinaria e straordinaria del territorio, come, ad esempio, le attività di sgombero neve. Infine, sarà importante puntare sul turismo, supportando l’attività ricettiva con incentivi per la riqualificazione di alloggi abbandonati o disabitati. Si tratta di contenere il cosiddetto fenomeno dei “letti freddi”: poiché le aree montane sono mete turistiche predilette da italiani e stranieri, fuori dalla stagione turistica numerose residenze secondarie risultano disabitate. Per ridurre la quota di “letti freddi” sarà importante anche rilanciare gli impianti sciistici e di risalita. È necessaria, inoltre, una rimodulazione della Tari per i piccoli Comuni ad alta vocazione turistica, che si ritrovano spesso con un flusso di turisti tale da portare alla produzione di grandi quantità di rifiuti che generano voci di spesa Tari insostenibili per i cittadini.

Per ridare centralità alle aree interne, montane e rurali serve un piano di infrastrutturazione, con rilancio, manutenzione ed espansione di tratte ferroviarie (incluse piccole linee ferroviarie e treni notturni), strade e sentieri, in modo da rendere i territori ancora più interconnessi. Va costruita anche una rete di trasporto pubblico locale (Tpl) interconnessa tra le varie realtà.

In questo senso, deve essere superata la legge Galasso per lo sviluppo di infrastrutture sul territorio, con particolare riguardo alle aree di confine e ad alto valore logistico ed economico, contemperando da un lato l’esigenza di mantenere un tessuto infrastrutturale a misura di imprese, e dall’altro quella di garantire un ottimo tenore di vita agli abitanti, riducendo il più possibile i disagi dovuti ai grandi trasporti su gomma.

Le aree montane e rurali possono giocare un ruolo fondamentale anche per lo sviluppo sostenibile della nostra Nazione. È necessario, quindi, sburocratizzare e semplificare le regole per la costruzione di impianti di produzione energetica a biomasse e prevedere agevolazioni per l’infrastrutturazione di filiere produttive del legno, che vadano dall’albero all’energia, fino al legno lavorato. Lo stesso deve valere per gli impianti di produzione energetica, dall’idrogeno all’eolico (laddove compatibile con il territorio) passando per l’idroelettrico, nonché per la gestione delle risorse idriche. Su quest’ultimo punto, proponiamo il totale rilancio di invasi ed infrastrutture di raccolta, trasmissione e gestione dell’acqua (anche sfruttando, ove possibile, i letti dei fiumi) attraverso una semplificazione della governance e lo stanziamento di maggiori risorse, in linea con le esigenze di efficientamento della risorsa stessa.