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Energia pulita, sicura e a costi sostenibili

L’Italia, Patria di Alessandro Volta, di Enrico Mattei, e dell’innovazione, deve tornare ad avere un ruolo da protagonista in ambito energetico, promuovendo la sostenibilità ambientale e, al contempo, diminuendo i costi energetici per imprese, enti locali e famiglie.

Immediata costituzione di un’unità di crisi su energia e caro bollette. Contrasto alle speculazioni finanziarie sui costi delle materie prime e istituzione di un tetto europeo al prezzo del gas per contenere l’importo delle bollette energetiche. Svincolare il prezzo dell’energia elettrica dal prezzo del gas attraverso una modifica normativa del funzionamento della Borsa unica nazionale dell’energia e del Prezzo unico nazionale. 

Totale trasparenza sui prezzi dell’energia, disaggregandoli per tipologia produttiva, attraverso una immediata riforma del Gestore Mercati Energetici. Sterilizzazione delle entrate dello Stato da imposte su energia e carburanti e automatica riduzione di Iva e accise. Sostegno a famiglie e imprese contro il caro bollette, con meccanismi di credito d’imposta e interventi diretti mirati, anche utilizzando le risorse derivanti da tassazione degli extra profitti delle società energetiche. Introduzione delle “utenze di sussistenza” per situazioni di difficoltà economica: livello minimo di energia elettrica e gas garantito anche in caso di morosità.


Immediata cabina di regia per l’attuazione di strategie di sviluppo energetico compatibili con il nostro sistema produttivo e utili a prevenire possibili crisi. Potenziamento, a livello europeo, del RepowerEu per superare la dipendenza energetica dalla Russia. Massima diversificazione delle fonti di approvvigionamento dall’estero, puntando sul “corridoio Mediterraneo” e rendendo l’Italia l’hub europeo dell’energia. Creazione di nuovi gasdotti, a partire dal collegamento con la Spagna, e potenziamento di quelli esistenti.

Diversificazione delle fonti energetiche attraverso la realizzazione di nuove infrastrutture strategiche, come i rigassificatori, e sfruttamento delle risorse presenti sul nostro territorio a partire dai giacimenti di gas: riattivazione e ammodernamento degli impianti già esistenti e realizzazione di nuovi per la produzione di energia da fonti pulite e sicure. Investire nella ricerca sul nucleare di ultima generazione. Deciso aumento, in linea con gli obiettivi internazionali e del Pnrr, della produzione di energia da fonti rinnovabili sburocratizzando le procedure autorizzative e avviando il sistema delle comunità energetiche. Creazione di una filiera produttiva italiana ed europea per le rinnovabili, le reti e gli accumuli, implementando  la ricerca scientifica e tecnologica. Sviluppo di Smart cities per efficientare i consumi. Efficientamento energetico, a partire dal patrimonio immobiliare pubblico. Promozione di comportamenti virtuosi che sappiano coniugare educazione ambientale, risparmio energetico ed economico. Predisposizione di un piano di emergenza per fronteggiare eventuali blackout energetici inattesi e prolungati.

FOCUS SUPERBONUS

Il Superbonus 110%, nato con intenti lodevoli ma mal congegnato sotto il profilo normativo, oltre che eccessivamente generoso nella percentuale, è stato oggetto di reiterate modifiche e interpretazioni. Questi continui ritocchi hanno contribuito a rendere assai complessa l’applicazione della disciplina, che invece avrebbe potuto determinare il rinnovamento del nostro patrimonio edilizio in funzione della transizione ecologica e rappresentare un volano alla ripresa economica, soprattutto del comparto edile. Purtroppo però i frequenti cambi di regole in corso d’opera si sono rivelati un gigantesco boomerang proprio per il settore che questa misura puntava a sostenere.

Inoltre, come reso noto da uno studio della Cgia di Mestre, i vantaggi sul patrimonio immobiliare hanno interessato pochissime persone, in particolar modo quelle più facoltose, e con proprietà immobiliari ubicate nei centri storici delle grandi città, soprattutto al Centro-Nord. Cosa non da poco se consideriamo che con il Superbonus 110% sono stati erogati gli stessi importi spesi finora con il reddito di cittadinanza. Il Superbonus va ripensato perché presenta un costo in capo alla fiscalità generale spaventoso e non proporzionato al numero di edifici oggetto della misura, considerando che gli immobili residenziali presenti in Italia sono circa 12,2 milioni (censimento Italia 2011): secondo il Report periodico dell’Enea, al 31 agosto scorso si sono raggiunte le 244mila asseverazioni depositate, alle quali corrispondono oltre 47miliardi di euro di oneri per lo Stato.

Due aspetti chiave si accompagnano nel ripensamento del Superbonus.

Uno, di carattere generale, è la fondamentale e non rimandabile esigenza di un riordino di tutte le agevolazioni edilizie esistenti, uniformando la percentuale di contributo che in ogni caso non potrà superare l’80% e indirizzandole prevalentemente verso la prima casa. Riordino che potrà portare ad un Testo unico delle detrazioni sull’edilizia, contribuendo a semplificare l’intero sistema.

L’altra, determinata proprio dagli effetti deleteri della norma in questione, è la tutela dei cosiddetti “esodati del Superbonus”, ovvero imprese e cittadini rimasti rispettivamente con crediti fiscali e lavori bloccati, prigionieri delle 16 modifiche normative che ha subito la misura dal maggio 2020 ad oggi. Sarà quindi necessario accompagnare alla scadenza l’attuale formulazione normativa, verificandone gli effetti con un’attenta analisi, per non mettere in crisi le imprese che fino ad oggi hanno investito in personale e in attrezzature e che, con la cessazione tout court dell’agevolazione, vedrebbero vanificati i loro investimenti con conseguenze drammatiche. Allo stesso tempo bisogna anche salvaguardare l’affidamento in buona fede dei piccoli proprietari e dei condomini che hanno sottoscritto i contratti per la realizzazione degli interventi oggetto di agevolazione, lavori ad oggi nei fatti bloccati. Il principio da seguire è quello del legittimo affidamento: nessuna modifica normativa per chi ha già avviato i lavori da 110%.

Con simili presupposti, Fratelli d’Italia si propone di ripensare e rimodulare la norma del Superbonus 110% nell’ottica di agevolare i soli interventi che riguardano la prima casa, la casa di residenza e i condomini, introducendo criteri di equità sociale e limiti in base a determinate fasce di reddito (si potrebbe pensare di far decrescere la percentuale della detrazione riconosciuta al crescere del reddito familiare).