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Contro il caro bollette: No alla speculazione

L’arrivo di una bolletta del gas o elettrica, ormai, è diventato un dramma che non risparmia nessuno.

Per le famiglie significa dover calcolare se si è in grado di pagarla; nel caso delle imprese, invece, ci si domanda se sia utile continuare a lavorare o se sia meglio fermare i macchinari. Il salasso, purtroppo, non finirà con questa caldissima estate e con le bollette impazzite a causa dei condizionatori. Dal primo ottobre i prezzi continueranno a salire e ciò, secondo molti economisti, potrebbe spingere ben 9 milioni di italiani oltre la soglia della povertà.

Sono tante le ragioni che ci hanno portato sin qui. Naturalmente l’aggressione russa all’Ucraina rende l’approvvigionamento del gas più difficile. L’Italia, come il resto d’Europa, dipende dal gas russo e trovare nuovi fornitori o fonti alternative non solo non è facile ma nemmeno immediato o economico.

A maggior ragione se si continuerà a temporeggiare. Fdi non lascerà che il sistema produttivo e le nostre famiglie paghino la guerra di Putin, la cultura del no alle infrastrutture – pensate se avessimo dato retta ai Cinque Stelle e non avessimo realizzato la TAP – e la speculazione.

Tutti sappiamo che ad Amsterdam c’è la borsa del gas TTF (Title Transfer Facility). Saperlo non vuol dire conoscerne a fondo i meccanismi, eppure le nostre terribili bollette arrivano proprio dalla speculazione che si fa là.

Semplificando: circa il 70% dei contratti di fornitura italiani prevedono un aggiornamento al TTF, che dunque incide sui prezzi di vendita. Anche lo stesso prezzo della materia prima nel mercato tutelato, finora, è stato legato direttamente ai valori scambiati nella borsa di Amsterdam. E come in tutte le borse, gran parte dei valori vengono stabiliti non in base al costo reale, ma alle “prospettive” geopolitiche. Senza contare, naturalmente, che più sale il prezzo più gli speculatori guadagnano. Risultato: il gas ha un costo reale basso, ma ci viene venduto a un prezzo “politico” molto alto.

Inoltre, oggi il costo dell’energia elettrica prodotta con le rinnovabili, e quindi acqua, sole, vento, è legato, semplificando, al prezzo massimo del gas. Questo significa che, se il gas costa 300 euro a MWH, anche le rinnovabili sono soggette al medesimo rincaro, sebbene siano decisamente più economiche.

In sintesi: l’incredibile aumento delle bollette non è totalmente legato al reale costo dell’energia.

Per risolvere il problema, bisognerà quindi unire sforzi economici e politici.

Nel programma di Fdi c’è la proroga e il potenzieremo degli interventi di contrasto al caro energia in favore di imprese e cittadini attualmente previsti, con ampliamento dei crediti fiscali e delle rateizzazioni.

È previsto anche il pieno utilizzo delle maggiori entrate fiscali di questi ormai quasi primi tre trimestri del 2022, legate ad un andamento della nostra economia migliore rispetto alle previsioni e al maggior gettito Iva dovuto a inflazione e caro energia. Anche gli extraprofitti realizzati dalle società energetiche saranno un modo per calmierare l’impatto dei rincari. Bisogna che la Commissione europea permetta, e preveda, l’utilizzo dei fondi europei per interventi mirati al contrasto del caro bollette, come avvenuto per la lotta al Covid.

Se sarà necessario introdurremo le “utenze di sussistenza” per le situazioni di difficoltà economica, a garanzia di un livello minimo di energia elettrica e gas in caso di morosità.

Fdi non crede che lo scostamento di bilancio sia la soluzione, almeno non in questo momento. Ci sono strade più convenienti da percorrere, che non prevedono un simile indebitamento e non foraggiano la speculazione.

Sono necessari due interventi. Teoricamente semplici, ma complessi se l’Europa non marcerà compatta:

la fissazione di un tetto al prezzo del gas a livello europeo e il disaccoppiamento dei prezzi, che si può attuare immediatamente anche a livello nazionale, delle varie fonti energetiche, permettendo così, abbassando l’artificiale costo delle rinnovabili che oggi è artificiosamente molto alto, di diminuire le bollette di circa un 30%.

Sul tetto al prezzo del gas alcune nazioni europee sono contrarie anche per interessi propri. L’Olanda guadagna dalla speculazione che avviene alla borsa di Amsterdam e la Germania ha accordi privilegiati con Gazprom tali da farle spendere cifre molto inferiori alle nostre.

L’Europa è unita se è solidale e se condivide le scelte, come fare le sanzioni alla Russia, anche pagandone le conseguenze in maniera condivisa.

Partecipa anche tu! Inviaci i tuoi pensieri, le tue idee.

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